La giornata inizia presto ovviamente. Direzione accampamento di Hurducas – 4125mt.

Ore 5:30: uova sode, the caldo e miele. Rubo qualche biscotto e partiamo. Matteo inizia un discorso filosofico alle 6:15 del mattino sul concetto delle vite passate e (già) vissute. Storie di defunti che ti parlano nel sonno e altri discorsi di ipnosi regressiva. Oggi è la tappa più lunga ahimè. Di conseguenza mi auguro che Matteo si stanchi a parlare e prosegua la camminata in silenzio. Ne ho bisogno anche io .. (in un certo senso però sono discorsi interessanti!)

Si cammina tutti assieme, in fila, in silenzio. Stare in gruppo ti aiuta sicuramente, siamo quasi agevolati. Ho la forza di non fermarmi, ce la distribuiamo vicendevolmente. Il fiato inizia a farsi corto, inizio a sentire che il corpo ha bisogno di più energie. Acqua, ossigeno e zuccheri. Mi rendo conto in queste situazioni di come è così veritiero essere attribuiti a macchine: perfette. Ore 10:30: sollevo il capo e ho un blocco quasi emotivo. Un ghiacciaio immenso si apre sulla sponda destra del nostro percorso. Rimango senza fiato. Il Baltoro è come un grande fiume e come tutti i fiumi ha affluenti che lo cibano. Qui però gli affluenti sono ghiacciai che alimentano a loro volta un ghiacciaio più grande. Flussi di energie che spingono masse di ghiaccio che si scontrano ed esplodono. Sotto i nostri piedi ci sono 400mt di ghiaccio nei punti più alti.

Il gruppo procede, io mi fermo a fare qualche ripresa. Il blu e il bianco del ghiaccio sono ipnotici, forse è anche l’altitudine. Inizia a piovere, è meglio che mi muova, la temperatura sta scendendo e non ci sono indicazioni sul percorso. Solamente piccoli ometti a forma di sasso che indicano la traiettoria – fidati di loro che ti indicheranno la strada. Ore 14:00: arrivo a Hurducas, 22km di sali scendi. Mi stupisco quando vedo dei fiori a 4125mt, da noi non potrebbe mai capitare. Sarà per una questione di latitudine, ma per me è una questione di energia. In questo posto la senti, ti entra ovunque. E ti fa riflettere.

Buon freddo a tutti.

 

 

The day starts early. Direction camp Hurducas – 4125mt.
5:30: hard boiled eggs, hot tea and honey. I steal some cookies and we leave. Matteo begins a philosophical discourse at 6:15 in the morning on the concept of past lives and (already) lived. Stories of the dead who speak to you in your sleep and other speeches of regressive hypnosis. (OH, MY GOD) Today is the longest stage. Therefore I hope that Matteo will be tired to talk and continue walking in silence. I need it .. (in a sense, however, are interesting speeches!)
We walk together in a row, in silence. Being in a group helps us definitely, we are almost facilitated. I have the strength to not stop, we distribute it the to each other. The wind begins to be short, I begin to feel that the body needs more energy. Water, oxygen and sugars. I realize in these situations as well be attributed to real machines: perfect machines. 10:30 am: I lift up my head and I have an emotional block. A huge glacier opens on the right side of our path. I remain breathless, speechless. The Baltoro is like a great river, and as all the rivers have tributaries that feed it. Here, the tributaries are the glaciers that feed them once a largest glacier. Energy flows that drive ice masses that collide and exploding. Under our feet there are 400 meters of ice at the highest points.
The group goes, I stop to do some shooting. The blue and white ice are hypnotic, maybe it’s the altitude. It starts to rain, it is best that I move, the temperature is dropping and there are no indications on the route. Only small cairns-shaped stone indicating the trajectory – trust them that will show you the way. 14:00 pm: arrival at Hurducas, 22km of ups and downs. I am amazed when I see the flowers at 4125mt, in our mountains could not happen. It will be a matter of latitude, but for me it is a matter of energy. In this place you could feel it, it gets everywhere. It helps you to reflect.
Good cold at all.

 

 

 

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