Avevo sentito parlare di lui qualche mese fa, quando navigando in internet lessi che il campione del mondo di km lanciato aveva battuto un nuovo record: 252,454 km/h.
“No dai non è possibile, – ho pensato ad alta voce – 252,454 km/h su un paio di sci.. massimo rispetto, cosa puoi dire altrimenti?”
Quando ho saputo che avrebbe fatto parte delle spedizione ero l’uomo più felice del mondo. Essere in viaggio con gente normale sarebbe stato troppo noioso. No?
Simone Origone – clssse 1979 – è stato chiamato dall’ EvK2CNR 10 giorni prima della data fissata per la partenza. Mi racconta di non aver avuto tempo di prepararsi, ma di avere accettato comunque l’incarico. Come quelli che a scuola si presentano ad un’interrogazione senza studiare e poi prendono 10. Simone non era certo un ragazzo da 10 a scuola, mi ha raccontato di averne combinate di ogni da giovane, ma nella sua vita ha raggiunto tantissimi risultati, e che risultati! – sottolineo io.
Oltre al titolo mondiale che detiene dal 2006 come uomo più veloce al mondo, (sugli sci ovviamente), lavora nel soccorso alpino ed è anch’egli guida alpina – come Michele e Maurizio.
Nutro un certo rispetto nei suoi confronti. Essere esperti di montagna e sapere come maneggiare corde e imbraghi non è da tutti, inoltre far parte del soccorso alpino vuol dire salvare vite e insegnare alla gente come comportarsi in caso di emergenza. Fondamentale per chi vuole vivere la montagna a 360gradi.
Lo guardi e ti sembra uno tra tanti – sì, ha un po’ i denti sfondati da qualche caduta sugli sci, ma per il resto tutto quello che fa, lo fa spontaneamente. Un vero professionista che, come tale, naturalizza ogni gesto. Come se fosse nato per fare quello che egregiamente già fa.
Ha avuto a disposizione uno o due giorni per decidere se partire, non di più. Compagnoni ha rinunciato e lui era il suo sostituto. “Non capita tutti i giorni sentir squillare il telefono e sentirsi dire: ti unisci alla nostra spedizione in Pakistan? tentiamo la vetta del K2 insieme ad altri otto pakistani, dobbiamo dargli supporto… – mi racconta di averci pensato poco. Di non aver avuto tempo per farlo – ho detto si, ho iniziato a mangiare come non mai per fare massa. Mi sono fatto un po’ di salite sotto il sole cocente sul Piccolo Cervino”. Eccolo qui, fisicamente in gran forma, un lieve mal di testa che non complica troppo la situazione e via. Simone Origone, protagonista di una spedizione internazionale, fino a qualche giorno fa passeggiava nei mercati di Islamabad e oggi monta tende a 6100m sullo Sperone degli Abruzzi.
Simone e Michele stanotte hanno dormito al campo avanzato e alle 3:40 circa del mattino si sono incamminati verso Campo 1, una salita di 5 ore su un pendio innevato. “Il corpo mi diceva: fermati, respira e riparti” mi racconta emozionato – era sorpreso da come faticava a gestirsi – insolito peraltro – non era stanco ma doveva fare delle pause per rigenerarsi. Michele invece lo descrive come un fulmine, scattante, attivo e veloce, “è in forma il ragazzo”.
Tornano al Campo base verso le 3 del pomeriggio, abbastanza stanchi, ma neanche troppo. Hanno portato giù 4 sacchi di rifiuti di spedizioni vecchie, addirittura una bombola d’ossigeno con su scritto “Dalmine 1954”. Chissà chi l’ha usata, una coincidenza forse, o forse un segno del destino. 60 anni dopo, chissà a chi è appartenuta la bombola, forse proprio a Compagnoni o Lacedelli, forse è quella bombola famosa che Bonatti portò fino a pochi metri dalla vetta, non lo sapremo mai ovviamente. Quest’anno niente ossigeno, gli alpinisti tenteranno la salita con le loro forze. Simone sarà li ad assisterli ed aiutarli, se ci saranno le opportunità e le condizioni necessarie per farlo anche lui forse potrà salire in vetta. Una cosa è certa, oggi hanno affrontato la prima parte seria della risalita ed entrambi hanno capito che non c’è da scherzare.
Ovvio che avrei voluto essere li con loro a documentare la salita al Campo 1600 mt, ma purtroppo non ho le capacità tecniche e i permessi governativi per proseguire oltre il campo avanzato. Mi sono promesso che da settembre diventerò autonomo con imbraghi e corde, magari non per tentare il k2, ma per poter gestire situazioni complesse come queste.
Non mi è rimasto altro che scaricare il girato della helmet cam montata sul casco di Michele, un mix di invidia, gioia e approvazione mi riempiva gli occhi. Immagini perfette, luce perfetta, inquadratura perfetta. “Bravo Lungo ottimo lavoro, da qui in poi la scalata dovrete documentarla voi”, con le vostre forze, come Fantin nel 1954 ha dato in mano la sua super 8mm o super 16mm a Compagnoni e Lacedelli io spero di potervi dare qualche dritta sull’utilizzo di queste piccole ma miracolose telecamere, capaci di documentare egregiamente anche in situazioni molto estreme.”
Niente foto mie oggi. Solo un ritratto di Simone, il resto sono tutti fotogrammi inediti della telecamera montata sul loro casco…è quello che hanno visto i loro occhi durante la salita e il durante i lavori al Campo 1. Complimenti, avete tutta la mia stima. E non solo.
I had heard of him a few months ago when surfing the internet I read that the km launched world champion had set a new record: 252.454 km / h.
“No, it’s not possible – I thought – 252.454 km / h on a pair of skis .. utmost respect, what can you say otherwise?”
When I knew that he would be part of the expedition I was the happiest man in the world. Being on the road with normal people would have been too boring. Don’t you think?
Simone Origone – 1979 – was called by EvK2Cnr 10 days before the date fixed for the departure. He tells me he did not have time to prepare, but to have accepted the job anyway. Such as those that occur at school to an interrogation without studying and then take 10. Simone was not a boy from 10 at school, Simone told me that he was a mess from young, but in his life he achieved many results, and what results! – I stress myself.
In addition to the world title that he has held since 2006 as the fastest man in the world (ski course), working in mountain rescue and is also a mountain guide – as Michele and Maurizio.
I harbor a lot of respect for him. Being experts in the mountains and know how to handle ropes and harnesses is not for everyone, also became part of the mountain rescue means saving lives and teach people how to behave in case of emergency. Essential for those who want to enjoy the mountains all-round.
If you look at him you think a man like so many others – yes, it has the teeth smashed by some fall while skiing, but otherwise everything he does, he does so spontaneously. A true professional who, as such, naturalizes every gesture. As if he was born to do what it already does very well.
Simone had available a day or two before deciding whether to go or not. Compagnoni gave up and he was his replacement. “It does not happen every day to hear the phone ring and hear: Hi Simone, what about join our expedition to Pakistan? We attempt the summit of K2 together with eight other Pakistanis, we must give their our support … – he tells me to thinking a little. He did not have time to do it – I told YES, I started eating like never before to make mass. I did a little climb in the hot sun on the Piccolo Cervino.” Here he is, physically in great shape, a slight headache that does not complicates the situation and start! Simone Origone, the protagonist of an international shipment, until a few days ago he was walking in the markets of Islamabad and today he mounts tends to 6100m on the Abruzzi Spur.
Simone and Michele have slept tonight at the Advanced Camp. At 3:40 in the morning they are heading towards Camp 1, a 5-hour climb up a snowy slope. “The body was telling me: stop, breathe and start again,” he tells me excited – he was surprised by how struggled to manage themselves – however unusual – he was not tired but he had to take breaks to regenerate. Michele instead describes him as lightning, quick, active and fast, “the boy is in good shape.”
They come back to the base camp at 3 o’clock in the afternoon, tired, but not too much. They brought down 4 bags of waste shipments old, even an oxygen bottle with the words “Dalmine 1954.” Who knows who has used it, maybe a coincidence, or perhaps a sign of destiny. 60 years later, I wonder who it belonged to the bottle, maybe just Compagnoni and Lacedelli, maybe it could be the famous bottle that Bonatti brought up to a few meters from the summit, we will never know.
This year, no oxygen, climbers will attempt the climb with their forces. Simone will be there to assist them and help them, if there are opportunities and the conditions necessary he will climb to the summit. One thing is certain, Today they faced the first serious part of the ascent and both have realized that it’s not a joke.
Obviously I wanted to be there with them to document the ascent to 1600 meters range, but unfortunately I don’t have the technical capabilities and the governmental permits to continue over the advanced Camp. I promised myself that from September I will become autonomous with harnesses and ropes, maybe not to climb the k2, but in order to deal with complex situations such as these.
I have to download the footage of the helmet cam – mounted on the helmet of Michele. A mix of envy and joy filled my eyes. Perfect picture, perfect light, perfect framing. “Good job for the Longer, from here to the summit you will have to document the climb” with your own strength, as Fantin in 1954 gave control of his super 8mm to Compagnoni and Lacedelli I hope to be able to give some advice on the use of these small but miraculous cameras, capable of documenting very well even in very extreme situations. ”
No pictures mine today. Only a portrait of Simone, the rest are all unedited frames of the camera mounted on their helmet … it’s what they saw before their eyes during the ascent and during the work at Camp 1. Congratulations, you have all my respect. And not only that.